Articolo di Gloria Belà del 21/10/2024
I DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO
Che cosa sono i DSA?
La legge 170 del 2010 riconosce la disgrafia, la dislessia, la disortografia e la discalculia quali disturbi specifici di apprendimento, in seguito nominati «DSA», che si manifestano in presenza di capacità cognitive adeguate, stimolazioni culturali adatte e in assenza di patologie neurologiche, psicologiche o deficit sensoriali.
I disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) sono disturbi del neuro-sviluppo che riguardano la capacità di leggere, scrivere e fare calcoli, che si presentano precocemente e che causano difficoltà di apprendimento e possibili limitazioni nella vita quotidiana.
Quali sono i DSA?
In base alla differente specificità del disturbo dell’apprendimento, i DSA sono stati classificati in diversi modi:
DISLESSIA: Disturbo specifico della lettura dovuto ad un incapacità specifica e persistente nello sviluppo di efficienti processi necessari al compito di lettura che comporta una lettura lenta, stentata, poco fluente e ricca di errori. Nello specifico, bimbo con dislessia può omettere lettere, modificarle (legge e per a), rallentare quando deve andare a capo, perdere il segno e avere dei tempi di lettura maggiori alla media. Inoltre, dal punto di vista comportamentale può evitare il compito quando richiesto e avere difficoltà nella lingua straniera.
Alcuni indici predittivi che potrebbero far pensare un possibile disturbo specifico nella lettura sono:• Difficoltà nell’associazione grafema-fonema
• Ritardo nell’apprendimento del linguaggio
• Vocabolario ristretto
• Problemi nei compiti relativi alla comprensione dei suoni (consapevolezza fonologica)
DISORTOGRAFIA: Disturbo specifico della scrittura che coinvolge la difficoltà di scrivere in modo corretto le parole e applicare le regole ortografiche.
Il bimbo con disortografia può commettere:
->errori di tipo fonologico: in cui non è rispettato il rapporto tra fonemi e grafemi.
Gli errori più comuni sono:
- omissione di grafema in sillabe semplici : “gufo” in “gfo”;
- omissione dell’intera sillaba: “pirata” in “pita”;
- aggiunta di un grafema, consonante o vocale: “andare” in “anandare”.
- conversione di grafemi: “naso” in “anso”.
- scambio di grafema: sostituzione di un grafema con uno foneticamente simile come “filo” in “vilo”.
-> errori lessicali non fonologici e fonetici -> errori nella rappresentazione ortografica rispettando, però, la corrispondenza fonema-grafema.
Appartengono a tale categoria:
- separazione illegale ( es “par lo” per “parlo”; “in sieme” per “insieme”).
- Fusione illegale (ad es ilcane per il cane; non èvero per è vero) parole scritte in maniera scorretta
- Aggiunta o omissione dell’apostrofo (lacqua per l’acqua)
- Diminuzione o aggiunta di doppie (pala per palla)
- Scambio di grafema omofono (Ad es: squola per scuola) o cugina per cucina.
La presenza di tali errori prima dell’età minima per fare diagnosi (seconda scuola primaria) potrebbe rappresentare un campanello d’allarme.
DISGRAFIA: Disturbo specifico della scrittura che riguarda la componente esecutiva, grafo-motoria. Il bimbo con disgrafia ha difficoltà a scrivere in maniera fluida, veloce e leggibile. Più nello specifico, nel disgrafico è possibile notare un’impugnatura scorretta, lunghi e frequenti sollevamenti della penna, mancanza di continuità del segno e un tratto incerto e poco regolare.
Alcuni segnali anticipatori che potrebbero far supporre a un’ipotetica difficoltà nella componente esecutiva della scrittura sono:
• mancato rispetto dei margini quando si colorano i disegni
• impaccio nell’impugnare i pennarelli
• mancanza di precisione
• difficoltà nelle attività che richiedono l’abilità grafica
DISCALCULIA:Disturbo specifico dell’apprendimento che si manifesta con una difficoltà negli automatismi del calcolo e dell’elaborazione dei numeri.
Nel dettaglio, il bimbo con discalculia può sperimentare una compromissione:
- del senso del numero (comprensione numerica e concetto di grandezza)
- della memorizzazione dei fatti aritmetici (tabelline e operazioni a alta frequenza come 10+10=20)
- dell’accuratezza e velocità del calcolo
- dell’accuratezza nel ragionamento matematico
Prima della possibilità di fare la diagnosi in 3° primaria campanelli d’allarme sono:
• errori di confronto tra quantità (dice che 2 palline sono maggiori di 3)
• difficoltà a passare da un codice a un altro (otto->8)
• errate applicazione del conteggio
• difficoltà a stimare le grandezze
• errori nella scrittura di numeri
La Consensus Conference (2007) ha evidenziato che nella pratica clinica si riscontra un’alta presenza di comorbilità sia fra i Disturbi Specifici dell’Apprendimento stessi, sia fra Disturbi Specifici dell’Apprendimento ed altri disturbi (ADHD; disturbi specifici del linguaggio; disprassie, disturbi del comportamento e dell’umore, disturbi d’ansia, ecc.).
Come intervenire?
A seguito della diagnosi di disturbo dell’apprendimento, è possibile intervenire mediante un progetto di potenziamento, volto al miglioramento dell’attività di apprendimento, e l’utilizzo di strumenti dispensativi e compensativi, indirizzati a consentire a un soggetto con DSA di raggiungere gli stessi obbiettivi dei compagni di classe ed espressi all’interno di un Percorso Didattico Personalizzato (PDP) che tenga conto della sue difficolta specifica e fornisca i mezzi per superarla.
Gli strumenti compensativi sono dispositivi didattici e tecnologici che facilitano la prestazione richiesta nell'abilità deficitaria. Fra i più noti:
- la sintesi vocali che trasforma un compito di lettura in un compito di ascolto;
- il registratore che consente all'alunno di non scrivere gli appunti della lezione;
- i programmi di videoscrittura con correttore che permette di produrre testi corretti senza l’affaticamento della rilettura e della contestuale correzione degli errori;
- la calcolatrice che facilita le operazioni di calcolo per i discalculici.
Tali strumenti sollevano un alunno o studente con DSA nelle prestazioni difficoltose senza, peraltro, facilitargli il compito dal. di vista cognitivo.
Le misure dispensative sono, invece, strumenti che consentono all'alunno di non svolgere alcune prestazioni che, a causa di disturbo, risultano particolarmente difficoltose.